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Yo Fui Gay il libro di Luca sbarca in Spagna

Andrea • lug 17, 2019

DI TOLVE SBARCA IN SPAGNA

"Yo fui gay", il libro verità sfida gaystapo e censura spagnola
 
ATTUALITÀ  10/11/2017
Dopo il successo in Italia, il libro verità di Luca Di Tolve "Ero gay" sbarca nelle librerie spagnole. Merito di una casa editrice che da 17 anni combatte contro la dittatura del pensiero unico e che alla Nuova BQ racconta l'impossibilità di organizzare una presentazione pubblica e denuncia: «Con la prossima legge Lgbt di Podemos, libri come quello di Luca saranno ritirati dal commercio».


Il titolo è lo stesso dirompente che già in Italia ha ottenuto un successo straordinario, ma anche si è attirato l’ira delle lobby Lgbt: “Ero gay”. Ma la traduzione spagnola è ancora più perentoria: “Yo fui gay” e se si pensa che la Spagna è diventata in pochi anni terra sotto controllo della gaycrazia, c’è da aspettarsi il massimo dell’attenzione da parte delle lobby arcobaleno. E’ anche per questo che l’editore spagnolo del libro autobiografico di Luca Di Tolve ha deciso di non presentarlo in conferenze pubbliche o eventi ad hoc. Soltanto interviste con testate giornalistiche sensibili alla causa della lotta all’omosessualismo e ai mali che sta spargendo nella società con la cultura della genialità omoerotica come fine esclusivo per una dittatura del desiderio che nulla a che fare con uno sguardo umano sulle cose. 

I pochi privati contattati in questi gironi per ospitare conferenze o presentazioni hanno gentilmente declinato l’offerta: troppo alto il rischio, troppe poche garanzie di sicurezza. Basterebbe questo per far comprendere che cosa sia diventata in pochi anni la Spagna dalla “cura” Zaptero in poi: una terra dove le libertà hanno smesso di darsi appuntamento. 

Lo sbarco del libro di Luca di Tolve nelle librerie spagnole è previsto per martedì. Prima di quella data l’ex attivista Arcigay italiano convertitosi a Medjugorie e tornato ad una vita pienamente eterosessuale grazie alle teorie riparative del metodo Nicolosi, farà soltanto interviste. E’ già un risultato, è già una buona notizia perché in un futuro prossimo, molto prossimo, Di Tolve rischia seriamente di non poter parlare di quella che non è nient’altro che la sua esperienza personale di dolore, speranza, fede e conversione: la legge approntata da Podemos e approdata il mese scorso in Parlamento sulla tutela dei diritti dei gay minaccia davvero di diventare realtà. Complice l’astensione del Partido Popular, che sta lentamente lasciando campo libero alle forze di Sinistra nell’imporre una legge liberticida che prevederà anche il ritiro dei libri sgraditi secondo un meccanismo di censura che abbiamo conosciuto sotto altri regimi, in altre epoche storiche. Ma che sta diventando realtà oggi in Spagna. 

«Inizialmente il progetto di legge presentato da Podemos prevedeva il "rogo" dei libri giudicati “omofobi” - spiega alla Nuova BQ Carmelo Lopez, redattore della casa editrice Libroslibres che ha acquistato i diritti del libro di Di Tolve e si appresta a promuoverlo in libreria -. Poi, dopo le proteste di molti si è deciso di modificare il testo e di prevedere “soltanto” un ritiro amministrativo operato da una commissione apposita nominata dal governo”. 

La situazione è questa e per la casa editrice, da 17 anni impegnata nel campo della controinformazione cattolica, quello di Luca Di Tolve è soltanto l’ultimo tassello di una strategia volta a far parlare i testimoni di verità scomode su un argomento, quello della dittatura gay che è tabù. Fin dal 2001 l’editore del grupo Libres Alex Rosal, che è anche editore del portale Religionenlibertad ha lottato contro l’inquisizione spagnola della gaystapo, pubblicando le opere di Richard Choen, ex omosessuale ebreo convertito al cattolicesimo e sulla stessa linea di Nicolosi. Ma anche testi contro la dittatura del pensiero unico e di spiritualità cristiana, fino all’ultima battaglia: la difesa nazionalista di una Catalogna spagnola, essendo lui di Barcellona. 

«E ora ci lanciamo nell’avventura di pubblicare la storia di Luca di Tolve - prosegue Lopez - che abbiamo conosciuto in Italia nel corso di alcuni incontri pubblici. Abbiamo capito che Luca era un testimone meraviglioso, sincero e sereno perché dopo aver avuto una vita così difficile ha una serenità impressionante”.

Paura delle lobby gay? «No. Ma sappiamo che in questi ultimi mesi in moltissime regioni spagnole sono uscite leggi locali che consideravano libri come questi omofobi. Si tratta di leggi che proibiscono il dissenso nei confronti dell’omosessualismo e che al momento sono considerate incostituzionali. Ma intanto si fa intimidazione attraverso i grandi mezzi di comunicazione». 

Lopez arriva così a descrivere un’escalation che si avvicina sensibilmente alla persecuzione: «Dei vescovi minacciati e denunciati in Italia avete scritto - insiste -, ma ad esempio recentemente una psicologa è stata intimidita perché aiuta gli omosessuali a tornare alla loro identità fisiologica. E’ stata oggetto di campagne di denigrazioni molto pesanti». 

Tutto questo potrebbe essere quasi sopportabile se non ci fosse in prospettiva la legge delle leggi, che dovrà regolamentare e uniformare tutti i provvedimenti regionali spesso incostituzionali: la legge di Podemos, chiamata dai giornali Ley LGBT procede rapidamente anche con la sostanziale inerzia del Partido Popular, che ha però al suo interno una nutrita schiera di sostenitori della causa Lgbt, come la governadora di Madrid Cristina Cifuentes. 

«Il progetto di legge prevede sanzioni amministrative comminate da organismi governativi appositamente creati. Il testo parla di sequestrare libri “omofobi”, quindi questo di Luca potrebbe essere giudicato degno di sequestro. In più sono previste sanzioni economiche». Il problema in Spagna è eminentemente politico: «Non esiste un partito che non abbia un atteggiamento quanto meno di sudditanza nei confronti di questa dittatura - ha concluso Lopez -. I pochi politici che si sono avventurati personalmente a contestare la mancanza di libertà, lo hanno fatto a proprio rischio e pericolo e si sono ritrovati il loro nome cancellato dalle liste delle candidature di partito per le elezioni seguenti». 

Insomma, con lo sbarco in Spagna, il libro di Luca Di Tolve servirà come importante termometro per conoscere il grado di deperimento della libertà di una delle principali democrazie occidentali. Eppure non è nient’altro che una storia di un’esperienza personale di fede che non bisogna fare altro che ascoltare, magari lasciandosi interrogare, ma che è incontestabile sotto il profilo della realtà dei fatti. Invece la realtà dei fatti sta finendo al rogo in Spagna. E per la casa editrice che pubblica questa realtà in più c’è l’onere di scendere in campo e sfidare contemporaneamente il potere mediatico e quello politico. Nel nome della verità. Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana Articolo in lingua Spagnola

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di Frank Doyle 14-09-2013 (fonte: www.lanuovabq.it) Il punto maggiormente controverso della prossima legge contro l’omofobia sembra concernere la libertà di espressione, tant’è che alcuni parlamentari cattolici si sono detti disposti a votare la legge purché sia garantita a sacerdoti e catechisti la possibilità di esprimere pubblicamente quanto prevede la morale cattolica circa l’omosessualità. Pochi mettono […] L'articolo Suicidi dei gay, l’omofobia non c’entra proviene da Regina della Pace.
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Autore: Luca Di Tolve 19 feb, 2020
Il «gene gay»? Non esiste! Questa volta non arriva dalle varie opinioni o teorie personali , ma come " tuona" dal titolo finalmente possiamo affermare con autorevolezza ciò' che da sempre noi abbiamo sostenuto. Questo e' emerso anche sulla base di altri studi meno recenti e inoltre, aggiungo, anche sulla esperienza di cambiamento di tanti noi ora ex-gay vissuta sulla propria pelle. Ora la scienza dimostra ciò che per anni i fondatori della psicologia come Adler, Jung ,Froid e altri autorevoli sociologi e scienziati , hanno sempre sostenuto che omosessuali non si nasce ma si diventa. Il gene gay tanto desiderato da una certa lobby non esiste. Ma, come molto evidente oggi più' che mai , certo per chi lo vuole vedere, si tratta soltanto di propaganda politica e di un'agenda ben costruita dai piani alti e da una certa élite che vorrebbe creare il consumatore perfetto e distratto, dettato dalla legge del desiderio. L'obiettivo di questa agenda, infatti, non e' certo quello di essere attenta e perdersi cura del reale e profondo bisogno della persona, bensì' è creare una società' compulsiva , non solo riferito alle persone con pulsioni per lo stesso sesso, ma in generale. Le persone più' vulnerabili e fragili, vengono cosi' sedotte e conquistate e spinte a dare libero sfogo ai loro desideri, impulsi e passioni. Questo vivere, a lungo andare, porta alla distruzione della persona e genera vuoti sempre più' profondi proprio perché' i reali bisogni della persona non vengono riempiti nella maniera sana. Ecco perché' noi facciamo della nostra vita una battaglia per capire il reale e vero bisogno della persona che si nasconde dietro alle tante ferite o maschere illusorie. Solo nella Verità in Cristo e la ragione possiamo ritrovare il meraviglioso potenziale che ognuno ha dentro di se' e farlo emergere in tutta la sua bellezza e pienezza, cosi' come Dio ha pensato fin dall'inizio. Ritornando quindi al titolo : Il gene dei gay, non esiste!, ribadiamo la convinzione che per chi lo vuole, come ogni comportamento o inclinazione, cambiare si può'!! Quindi: sempre liberi di scegliere!! Articolo Fonte: Corriere della Sera 29 agosto 2019 nel articolo :I dati arrivano da un enorme studio pubblicato sulla rivista «Science» e coordinato da Andrea Ganna, un ricercatore italiano del Massachusetts Institute of Technology di Adriana Bazzi Il «gene dei gay»? Non esiste. Conferma da mezzo milione di Dna Il «gene dei gay» non esiste. Qualcuno ci aveva provato in passato a formulare questa ipotesi, ma ora un gigantesco studio genetico taglia la testa al toro: non ci sono «segni particolari» nel Dna che possano predire un’eventuale omosessualità. Lo studio ha analizzato il patrimonio genetico di oltre 470 mila persone alla ricerca di specifiche alterazioni che potessero prevedere l’ attitudine a instaurare rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Ma non ne ha trovate. Un mix genetico-ambientale Il che significa, precisano i ricercatori, che l’attrazione per persone dello stesso sesso ha a che fare più che con un singolo gene, con un mix di fattori genetici (sì, perché esistono migliaia di varianti genetiche, ma non significative, secondo quanto ci dice questo studio) e ambientali, così come accade per decine di altri comportamenti umani. I ricercatori, guidati da Andrea Ganna che lavora al Center for Genomic Medicine del Massachusetts General Hospital di Boston e al Broad Institute del Mit (Massachusetts Institute of Technology) sempre a Boston, hanno voluto rispondere a una serie di quesiti finora non risolti. Fattori biologici Intanto una premessa. Nelle diverse società e in entrambi i sessi, dal 2 al 10 per cento degli individui dichiara di avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso o esclusivamente o in alternativa con partner di sesso diverso. I fattori biologici che contribuiscono alle preferenze sessuali sono pressoché sconosciuti, ma è stata ipotizzata un’influenza genetica dal momento che certi comportamenti omosessuali si ripresentano nei membri di una stessa famiglia e anche fra fratelli gemelli sia omozigoti che eterozigoti. Da queste osservazioni preliminari sono emerse alcune domande. Etero e bisex La prima: quali geni sarebbero coinvolti e quali processi biologici influenzerebbero? In passato sono stati condotti alcuni studi alla ricerca di varianti genetiche legate all’orientamento sessuale, ma erano molto piccoli e non guidati dagli attuali criteri di analisi genetica. L’idea era quella di trovare anomalie ormonali correlate a questi comportamenti. Seconda domanda: eventuali modificazioni genetiche come potrebbero agire diversamente su persone di sesso maschile e di sesso femminile? E su cosa influirebbero: sul comportamento, sull’attrattività, sull’identità? E che ruolo avrebbero, invece, per eterosessuali ed eventualmente bisessuali? L’analisi «genome-wide association» A queste domande, dunque, ha voluto rispondere lo studio pubblicato su Science (condotto con la collaborazione di numerosi gruppi americani, europei e australiani) che ha sfruttato l’approccio «genome-wide association» (in pratica si tratta di un’analisi di tutti, o quasi tutti, i geni di diversi individui di una particolare specie per determinare le variazioni genetiche tra gli individui in esame) su omosessuali. I ricercatori hanno sfruttato i dati genetici raccolti nella Uk Biobank del Regno Unito e quelli dei partecipanti al progetto 23andMe americano, per un totale, appunto di 470 mila persone. Delle conclusioni generali abbiamo già detto. Varianti legate all’olfatto Più nel dettaglio. I ricercatori avrebbero identificato cinque varianti «significativamente» associate all’omosessualità e altre migliaia con una qualche influenza, ma prese singolarmente non hanno nessun valore nel predire i comportamenti. E fanno notare che alcune hanno a che fare con l’assetto ormonale e altre addirittura con l’olfatto. Un invito alla cautela Ma sottolinea Ganna: «Le nostre osservazioni gettano una qualche luce sui comportamenti biologici legati all’omosessualità. È necessario però astenersi da facili conclusioni perché i comportamenti umani sono complessi. E soprattutto dallo sfruttare questi risultati, ancora rudimentali, per facili propagande politiche».
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